finished reading L'anniversario 🌕🌕🌑🌑🌑
Sottotitolo: "Un romanzo".
Se vi state chiedendo quanto ci sia di autobiografico in quest'opera sappiate che non è importante ed il motivo lo spiega l'autore stesso:
Un romanzo psicoanalitico che non ha quella forza rivoluzionaria che i padri del genere seppero infondere più di un secolo fa, una storia di violenza patriarcale che cade a fagiolo (coincidenza?) in un periodo in cui le cronache ci parlano sempre di patriarcato senza mai voler fare nulla per combatterlo perché come in una seduta con lo psicologo i media ed i social pensano sia sufficiente parlarne. La prosa è scorrevole e asciutta, a tratti malinconica ma più spesso dolorosa ed il volume, che si legge in poche ore, mi ha lasciato un senso di incompiuto perché mi sarebbe piaciuto scoprire qualcosa di più sul riscatto del protagonista il quale dopo tanto disagio riesce comunque a costruire un matrimonio ed una famiglia, un divorzio, un lavoro e molte relazioni, ecco forse l'autore poteva lasciare un messaggio di speranza che invece manca del tutto.
Infine, per quanto effettivamente nelle relazioni familiari vadano cercati molti dei problemi che ci portiamo dietro questa teoria mi sembra "un pelino" esagerata:
author:
Andrea Bajani
Feltrinelli
2025
- 1
Si possono abbandonare il proprio padre e la propria madre? Si può sbattere la porta, scendere le scale e decidere che non li si vedrà più? Mettere in discussione l’origine, sfuggire alla sua stretta? Dopo dieci anni sottratti al logoramento di una violenza sottile e pervasiva tra le mura di casa, finalmente un figlio può voltarsi e narrare la sua disgraziata famiglia e il tabù di questa censura “con la forza brutale del romanzo”. E celebrare così un lacerante anniversario: senza accusare e senza salvare, con una voce “scandalosamente calma”, come scrive Emmanuel Carrère a rimarcarne la potenza implacabile. Il racconto che ne deriva è il ritratto struggente e lucidissimo di una donna a perdere, che ha rinunciato a tutto pur di essere qualcosa agli occhi del marito, mentre lui tiene lei e i figli dentro un regime in cui possesso e richiesta d’amore sono i lacci di un unico nodo. L’isolamento stagno a cui li costringe viene infranto a tratti dagli squilli di un apparecchio telefonico mal tollerato, da qualche sporadico compagno di scuola, da un’amica della madre che viene presto bandita. In questo microcosmo concentrazionario, a poco a poco si innesta nel figlio, e nei lettori, un desiderio insopprimibile di rinascita – essere sé stessi, vivere la propria vita, aprirsi agli altri senza il terrore delle ritorsioni. Con la certezza che, per mettersi in salvo, da lì niente può essere salvato. L’anniversario è prima di tutto un romanzo di liberazione, che scardina e smaschera il totalitarismo della famiglia. Ci ferisce con la sua onestà, ci disarma con il suo candore, ci mette a nudo con la sua verità. È lo schiaffo ricevuto appena nati: grazie a quel dolore respiriamo. Dieci anni fa, quel giorno, ho visto i miei genitori per l’ultima volta. Da allora ho cambiato numero di telefono, casa, continente, ho tirato su un muro inespugnabile, ho messo un oceano di mezzo. Sono stati i dieci anni migliori della mia vita.